
Ultimo aggiornamento 29 Marzo 2023 da VetrinaFacile.it & Redazione
Descrizione
Vendita attività alimentare Roma Montesacro. Proponiamo in vendita attività alimentare a Roma Montesacro. Vetrina unica su strada con comodo accesso e parcheggio. Viene ceduto l’arredo con relative attrezzature, frigo refrigeratore. Ottima location, ottimo fatturato.
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Planimetria
Mappa
Riepilogo
- Città: Roma
- Zona: Montesacro
- Tipologia: Vendita attività alimentare
- Locale: C1
- Mq: 29
- Vetrine: 1
- Bagno: 1
- Cella frigorifero: si
- Codice Ateco: 471140
- Prezzo Vendita Attività: —
- Affitto: —
- Condominio mensile: —
- Disponibilità: non più disponibile
Referente
Alessandro Simone
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Curiosità Roma Montesacro
Il Monte Sacro (in latino: Mons Sacer) è una collina di Roma che sorge sulla riva destra del fiume Aniene, qualche chilometro a nord-est del Campidoglio, per un’altezza s.l.m. di circa 50 m. Dà il nome all’omonimo quartiere della città che si è sviluppato nei pressi nel XX secolo.
La posizione del Mons Sacer è stata individuata attraverso i molti scritti di epoca romana che diversi autori ci hanno lasciato, fra cui Asconio, Cicerone, Dionisio di Alicarnasso, Tito Livio e Valerio Massimo.
Da queste indicazioni risulta che il luogo si trovava a 3 miglia fuori città, tra la riva destra dell’Aniene (Anio) e l’antica via Nomentana, cioè tra l’attuale ponte Nomentano e la confluenza dell’Aniene con il fosso della Cecchina (antico rio Ulmano).
Storia
Vuole la leggenda che vi si recassero gli àuguri per effettuarvi i loro vaticini osservando il volo degli uccelli, donde il nome; una leggenda più popolare vuole, inoltre, che anche gli aruspici vi eseguissero pratiche magiche poiché, data la ventosità del sito, era facile per questi perdere il copricapo durante le funzioni, ciò che avrebbe costituito grave segno di una presunta collera degli dei, dalla quale le “miracolose” preghiere dei sacerdoti avrebbero “protetto” i fedeli.
Nella Roma antica il Monte Sacro era molto al di fuori della cinta muraria, a metà strada fra l’Urbe ed il borghetto di Ficulea, lungo il percorso della via Nomentana, che conduceva a Nomentum. Lungo la strada, alcuni tratti della quale conservano il basolato originale (ad esempio presso il Grande Raccordo Anulare) sorsero diversi monumenti funebri, due dei quali sono ancora visibili nei pressi del monte, in corrispondenza del quale la strada superava l’Aniene con il ponte Nomentano.
Oltre che luogo per funzioni religiose, era anche punto di riferimento geografico, immerso in età repubblicana in un vasto latifondo agricolo. Nel tempo avrebbe cominciato ad essere abitato, inizialmente come zona residenziale; uno dei più importanti ritrovamenti ha portato alla luce la villa di Faonte (un liberto di Nerone citato da Svetonio come assai prossimo e devoto alla famiglia dell’imperatore). La villa è posta lungo un antico diverticolo della via Salaria.
Dopo l’età romana, presumibilmente per la difficoltà di difenderlo militarmente, la zona del monte divenne disabitata e tale restò sino a tempi ben più recenti. L’espansione della città avvenne in altre direzioni. In zona, l’unico punto frequentato rimase il ponte Nomentano sull’Aniene, che divenne nel tempo posto di controllo e presidio di dazio.