ROMA COLLI ALBANI VENDESI STUDIO DI PERSONAL TRAINER E FITNESS

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Ultimo aggiornamento 30 Settembre 2022 da VetrinaFacile.it & Redazione

Descrizione

Roma colli albani vendesi studio di personal trainer e fitness.. Ottimo Investimento. A 100m dalla fermata metropolitana “A” Colli Albani proponiamo in vendita Attività di Personal Trainer e Fitness avviata con Ottimo Portafoglio Clienti e Convenzioni con Piattaforme Welfare per dipendenti aziendali con un potenziale di Location Elevato.

L’attività viene svolta all’interno di un locale ristrutturato luminoso con 2 grandi Vetrine, rifinito, elegante e con attrezzature nuove e all’avanguardia. Il locale gode di un ampio magazzino (piano -1) con altro servizio sanitario annesso e comoda scala di accesso così come da planimetria.

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roma colli albani vendesi

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«Alessandro Simone»

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Curiosità Colli Albani

Colli Albani è un quartierino “specchio” o “stagno”, “gemello”, una specie di piccola mappa topografica che se la tiri fuori dalle tasche e la consulti ti accorgi di trovarci le città e i paesi che si estendono più in là: direzione Tuscolana, Anagnina, Appia, via dei Laghi.

Infatti Colli Albani è accucciato proprio all’ombra dei Colli Albani. Ci sta sotto. Se sali al terzo piano di ogni palazzo li vedi. Noti le sagome ondulate e riconosci Frascati e in cima Rocca di Papa. Anzi, i Colli mitici dei templi e dei popoli che vi hanno abitato prima della nascita di Roma, si specchiano qui sotto come in uno stagno, e le città che di notte li caricano di luci maculando i boschi a pelle di leopardo, qui, alle porte di Roma-sud, ritrovano i loro nomi e cognomi in una sorta di gemellaggio tra romani e latini, volsci e albani… è proprio così: sembra di sfogliare i libri di una anagrafe arcaica, o di un catasto storico-geografico.

E se venendo dai Colli hai lasciato da poco Albalonga o Albano, ai Colli Albani ritrovi via Albano, o via Genzano, o via Nemi, o via Castel Gandolfo, o via Sgurgola, o via Rocca di Papa, o via Lanuvio… Tanto che quando attraversi piazzale dei Castelli Romani ti sembra ancora di stare arrampicato per i Castelli, invece che a Roma.

Così continui a vedere Palazzo Chigi ad Ariccia, mentre ti senti in bocca il sapore pieno della porchetta e del pane di pagnotta di Genzano; oppure ti illudi di riconoscere i barconi di Tiberio galleggianti sul lago di Nemi quando, magari, nel giardino del Tempio di Diana, assapori due fragoline di bosco zucchero e limone, o solo con panna; o ti sembra di andare a cercare un ristorantino a Grottaferrata o sui Campi di Annibale, dove si mangia la polenta buona come sulle Dolomiti; o ancora ti sembra di camminare per le vie ventose di Marino, alla sommità di quella rupe lavica… Insomma, andare a passeggio per i Colli Albani è proprio un bel giochino pomeridiano. Ci si distende. Ci si diverte. è un camminare senza ostacoli.

Pare di stare nel cortile di casa. Sembra proprio un ottimo condominio scoperchiato dove gli ultimi segmenti dei palazzi costruiti (primissimi Ottanta) ammodernano quelli più popolari o pre-sangiovannini (da San Giovanni). Dall’ Appia Nuova, all’ altezza della concessionaria delle moto Ducati, già ci sei dentro – il traffico, da sud, in questo punto dell’ Appia non è una barriera e in fondo ci si salva perché si è arrivati. Intanto ti affacci alla vetrina e ti gusti i Desmo gialli e rossi. I Monster, i “dark”. Poi svolti a destra e prima di tagliare via Colli Albani, sempre a destra, ti imbatti nella grande tenda della chiesa di San Gaspare del Bufalo. Di fronte c’ è il campetto dell’ Oratorio. I ragazzini che sgambettano sono tutti Totti o Francesco Totti, c’ è anche un Liverani e un Paolo Di Canio, però la maggioranza si chiama: «Totti, Totti, Totti».

Il sacerdote Beniamino Conti mi racconta che l’architetto Nervi, un giorno, pizzicò al centro un fazzoletto allargato su un tavolo e con il pollice e l’indice della mano lo tirò su. Quel gesto rappresentò la fondazione di questa chiesa con un tetto di cemento acutissimo e vorticoso che invece di sbatterti per terra, come fa un turbine, ti lancia in alto, ti risucchia in cielo verso il virtuale pennone come se al suo posto ci fosse una calamita di potenza incalcolabile. è veramente strana, curiosa, la sensazione che ti prende attraversando l’interno di San Gaspare del Bufalo… Ma le cose “curiose”, ai Colli Albani, non finiscono qui.

Ad esempio, sono due i chioschi dei fiorai che delimitano il mercatino che riempie insieme al parcheggio l’intero piazzale Castelli Romani – mentre il numero dei chioschi ammonta a cinquantacinque. E anche due sono le “quasi” piazze: appunto piazzale Castelli Romani e largo Colli Albani, dove ci sono le fermate della metro e il posteggio degli autobus. Ma anche due sono i confini: Tuscolana, e parco della Caffarella.

E se il quartiere sull’Appia Nuova inizia praticamente dalla concessionaria Ducati, è certo che finisce all’ altezza del bar Napoleoni, all’ incrocio con via Marco Menghetti perché oltre, verso piazza Cesare Cantù, dove la Caffetteria all’ angolo era frequentata da Franco Franchi, le “ombre” dei Colli si vede che non ci arrivano.

Poi, come mi suggerisce Sandro il gommista, che sta qui da una vita, pure due sono i problemi dei Colli Albani. «Sì perché certe volte i filippini arrivano a branchi e si mettono a rovistare nei secchi», mi dice quando mi fermo per cercare di parlare con qualcuno del più e del meno. «Che vuol dire, vengono a branchi?» cerco di capire. «Sì perché loro stanno dalle parti del Golf, lì dietro all’Autocentro Balduina, e così da lì, tutti i giorni, vengono a rovistare nei cassonetti e in mezzo ai rifiuti del mercato. E poi lo sa qual è il problema vero?». «No, non lo so» mi tocca rispondere perché realmente non lo so. «Il problema è che le case costano un botto. (Bella scoperta, penso io).

Infatti quelli dei Colli Albani, oramai, se ne vanno a vivere da un’ altra parte». Sandro mi sa tanto che dice la verità perché proprio ora ho telefonato a una agenzia immobiliare per sapere il prezzo di questo miniappartamento di 40 metri quadri, a piano terra, che si trova a via Genzano, il cui annuncio “Vendesi” l’ho letto attaccato al palo dell’Enel. «Costa duecentosessantacinquemila euro» mi risponde la voce di una signorina. Comunque devo dire che Colli Albani mi piace. è bella la percezione di questo spazio di “confine”: tra i Castelli e Roma; è bello vedere – quando tagli via della Caffarella – la campagna del Parco. E bellissimo è pensare (questa è la vera, assolutissima curiosità) che qui, un tempo, al posto del mercatino e del parcheggio c’ era il Velodromo Appio. Qui si veniva a correre con le biciclette. Pensate a quale meraviglia! Ma non sarebbe il caso di ricostruirlo? Ma basterà lo spazio che è rimasto? Proprio qui era lo Stadio del Velodromo.

Qui sotto questo cielo laziale che ha sempre un po’ di cipria, con le nuvole che spesso rassomigliano alle pecore e alle caciotte dei “burini”. E poi c’ è un’ altra cosa. A Colli Albani, ogni anno, all’inizio della scuola, c’è il più grande mercato di libri usati di Roma-sud. Una volta o l’altra, quindi, nelle vesti di studenti o genitori o insegnanti, vi toccherà farci un salto.

fonte la Repubblica

La linea A della metropolitana di Roma taglia obliquamente la città da nord-ovest a sud-est. I suoi capolinea sono Battistini (quartiere Primavalle) e Anagnina (zona Osteria del Curato).

Ha 27 stazioni, incrocia una volta la linea B (stazione Termini), la Linea C (stazione San Giovanni) ed è contraddistinta dal colore arancione usato per le decorazioni interne dei treni, delle stazioni e per la colorazione sulle mappe.

Lungo la linea A vengono effettuate 290 corse al giorno da ogni capolinea (280 il sabato e 185 la domenica). La frequenza nelle ore di punta è di un treno ogni 2 minuti. Si stima che trasporti quotidianamente più di 450 000 passeggeri.

fonte Wikipedia


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