
Innanzitutto partiamo dal presupposto che a questo regime possono accedere solo ed esclusivamente le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o di un godimento sulle proprietà immobiliari, come ad esempio l’usufrutto.
Non possono quindi aderire tutte le altre categorie, ad esempio società o enti non commerciali. Fatte le dovute premesse, vediamo insieme cosa l’Agenzia delle Entrate ha modificato nell’Annuario del Contribuente, per prepararsi al 2016:
- riduzione dell’aliquota della cedolare secca per tutti i contratti a canone concordato.
Inoltre, la riduzione vale anche per le abitazioni che sono ubicate in Comuni ad alta tensione abitativa e con scarse disponibilità abitative.
L’alta tensione abitativa può essere rilevata attraverso il Cipe. In questo caso quindi la modifica avvenuta è quella del passare ad un aliquota del 10% fino al 2017, per poi aumentare fino al 15%. - altra modifica riguarda la tanto discussa IMU, abolita sulle abitazioni principali, attraverso il Decreto Legge numero 102 del 31 agosto 2013.
L’imposta rimane però invariata per le categorie catastali A/1, A8 e A/9, che in realtà vedono applicare la IUC, ovvero una tassa che comprende IMU, TASI (Tassa dei servizi indivisibili dei comuni) e TARI (Tassa sui rifiuti urbani).
Per chi ancora non ne fosse a conoscenza, con la nuova Legge di Stabilità 2016 è stata abolita anche la TASI sulle prime case non di lusso.
Quali sono dunque i requisiti che la proprietà deve possedere per poter aderire alla cedolare secca, oltre quelli già detti?
Le unità abitative devono essere necessariamente di categoria A1 e A11 (esclusa l’A10 per uffici o studi privati) ed essere affittate per uso abitativo. Anche garage o box possono farne parte ma sempre solo se affittati insieme all’abitazione principale.
Il padrone di casa ha l’obbligo di avvisare preventivamente l’inquilino attraverso posta raccomandata.
Fatte queste dovute premesse e procedimenti, il proprietario dell’immobile deve compilare il modello RLI, non più i modelli 69 e Siria che sono stati sostituiti da un provvedimento del 10 gennaio 2014.
Questo nuovo modello richiede molti dei dettagli già dovuti precedentemente. È infatti diviso in più quadri:
- Quadro A: dati generali (importo del canone, codice fiscale e dati anagrafici del richiedente, eccetera);
- Quadro B: soggetti (ovvero i dati dei locatori);
- Quadro C: dati degli immobili (tutti i dati inerenti l’abitazione);
- Quadro D: locazione ad uso abitativo e opzione/revoca cedolare secca, più eventuali dichiarazioni dei locatori.
Una volta compilata la documentazione, questa può essere inviata telematicamente, utilizzando il software dell’Agenzia delle Entrate, oppure tramite posta.